martedì 19 giugno 2012

"Il noir italiano è provinciale?" di Omar Gatti


Non sono né un esperto di noir né di strategie editoriali (nella vita faccio il disegnatore meccanico). Ho aperto il blog Noir Italiano perché sono un accanito lettore di gialli e polizieschi ambientati in Italia. Mi piace leggere storie che si svolgono in luoghi che ho visitato e che affrontano tematiche che conosco e che ho vissuto. Eppure, da quando è partito il blog, mi sono reso conto di quanto questo genere sia maltrattato e malvisto.

A parte un cretino che mi ha scritto, visto che parlo di noir esclusivamente italiano, se per caso io sia fascista, anche le case editrici non scherzano. Quotidianamente mi arrivano mail che mi avvertono dell’uscita di un nuovo noir e mi chiedono di pubblicizzarlo sul blog. Io, per una questione di etica (non mi piacciono le marchette), non pubblicizzo niente che non abbia letto o conosciuto, però vado sempre a sbirciare ciò che mi viene proposto. Scopro così che si tratta del nuovo romanzo di “Ektor Sconnellenung”, sconosciuto autore norvegese che ambienta le sue storie a Oslo. Sarà anche bravissimo, non lo metto in dubbio, ma perché le case editrici privilegiano un norvegese piuttosto che un buon autore nostrano?
Altro caso è quando mi viene inviata una mail dall’ufficio stampa di una case editrice che mi chiede se sia interessato a recensire il nuovo noir di un autore italiano. Certo, dico, è per questo che ho aperto il blog. Mi arriva il libro a casa e cosa scopro? Che la storia è ambientata a New York e ha per protagonista John, cinquantenne reduce dal Vietnam (un reduce tra l’altro che fa colazione con il caffè espresso e ama il calcio, tanto per dire quanto sia veritiera l’ambientazione). Ma dico io, perché un autore non deve parlare di quello che conosce? Perché fa così schifo far svolgere una storia nera a Genova, Gorizia, Portofino?

Eppure in Italia di luoghi noir ce ne sono tantissimi, anche la mia tranquilla e sonnacchiosa Monza è piena di viuzze dove si potrebbe consumare un omicidio, eppure l’editoria snobba queste cose, privilegiando migliaia di cloni di Dan Brown con mattoni sulla Sindone o su vangeli apocrifi.
Il noir italiano è così provinciale? Ai lettori l’ardua sentenza.

Omar Gatti

venerdì 1 giugno 2012

E' NATO DESERTOITALIANO: il blog ufficioso della resistenza civile alla demenza di un'epoca. Di Agostino Palmisano


Ognuno di noi ha un suo modo speciale di considerare e catalogare gli scrittori. Io considero un grande scrittore colui che racconta di me meglio di me. Credo che siano centinaia o migliaia o milioni gli autori che dicono che in ogni storia c'è un pezzo della nostra. Io sono in pieno accordo con questo assioma e ciò nonostante non riesco ad affezionarmi a tutti i grandi scrittori.

Alla fine quelli con cui ho un vero rapporto di rispetto e intimità sono pochi, pochissimi, quei quattro o cinque che davvero mi hanno cambiato e mi hanno accolto con umanità. Su tutti spicca forse Carlo Levi che col su Cristo si è fermato ad Eboli: non solo mi ha raccontato meglio di me, ma ha detto tutto quello che nemmeno osavo pensare del mio mondo e dei miei luoghi. Attraverso la povertà e le meschinità da lui raccontate, le nebbie del mio cuore sono evaporate e il cielo stellato ed infinito è esploso nella limpidezza che tutto vede e sopporta.

Se uso uno stile quasi aulico è perchè mi sono imposto il rispetto verso quest'uomo che tanto ha dato all'Italia e che è ricambiato oramai con l'oblio che mi torce le budella facendomi ancor di più disprezzare una così stupida patria. E a questo senso di oblio ho deciso di oppormi, nel mio piccolo certo, creando questo blog, DESERTOITALIANO, con l'intento di coinvolgere i miei amici non lobotomizzati per cercare una comunicazione speciale con l'uso del web. Lo so che di blog ce ne sono miliardi, anzi biliardi, ma noi ce ne freghiamo e attraverso quel po' del nostro sapere ci opponiamo alla vita quotidiana fatta di inciviltà e menefreghismo. Con DESERTOITALIANO abbiamo creato una piccola comunità, che si spera sempre in espansione, ma va da sè che l'universo tende all'entropia.

Chiunque può fantasticare sul nome e, per la verità, il significato è fin troppo evidente: siamo come un'oasi nel nulla, una delle tante oasi disseminate nell'universo. In realtà non è solo così. Se si va a fare un giretto sul blog e si comincia a cercare troverete quanto segue: "Cos’è DESERTOITALIANO? E’ un luogo d’approdo e di partenza. Qui si collabora, si partecipa e non si fanno troppe cerimonie. Qui tutto è semplice e chi non condivide non è ben accetto. Nel deserto culturale che ci attornia, desideroso di inghiottirci, noi opponiamo resistenza fisica e mentale. E questa oasi accoglie tutti, purché civiltà, educazione e rispetto vigilino nelle coscienze di ognuno. DESERTOITALIANO è un’oasi dove la calma e la frescura aiutano i viaggiatori del web a ritemprare i propri circuiti neurali sovraccarichi del caos e dell’affanno della contemporaneità digitale, stanchi della tempesta di sabbia che accieca e confonde. DESERTOITALIANO è una comunità di individui dal passo lento e dalla vista acuta uniti dalla voglia di raccontare una storia fatta di storie, ognuno col suo incedere, col suo tibro unico e deciso. DESERTOITALIANO cerca di riscoprire la condivisione del sapere, senza egoismi e vanità, nella speranza che ciò serva a tutti, tenuti in vita da una coscienza collettiva sempre più fragile."

A questa sorta di dichiarazione d'intenti, infine, aggancio quella che è in realtà la scintilla che ha dato via a tutta la faccenda. Questa scintilla è una citazione, già presente sul blog, da Carlo Levi. L'incipit del suo libro L'Orologio recita così: "La notte, a Roma, par di sentire ruggire i leoni. Un mormorio indistinto è il respiro della città, fra le sue cupole neree i colli lontani, nell’ombra qua e là scintillante; e a tratti un rumore roco di sirene, come se il mare fosse vicino, e dal porto partissero navi per chissà quali orizzonti. E poi quel suono, insieme vago e selvatico, crudele ma non privo di una strana dolcezza, il ruggito dei leoni, nel deserto notturno delle case. [...]"

benvenuti in DESERTOITALIANO.

Agostino Palmisano


www.desertoitaliano.wordpress.com