venerdì 21 ottobre 2011

"Honorata cortigiana" di Rosa Ventrella

Esce per Arkadia Editore, Honorata cortigiana, l’ultimo lavoro della scrittrice e studiosa Rosa Ventrella, un toccante romanzo storico sulla vita e gli amori della poetessa Veronica Franco.

Nella sontuosa Venezia del tardo Rinascimento la giovane e bellissima Veronica, istruita dalla madre, diventa "onesta cortigiana", frequentando, grazie alla sua bellezza e alla sua intelligenza, il mondo dorato di dogi, patrizi, ricchi mercanti e teste coronate quali Enrico di Valois, il futuro re di Francia.
Le "honorate cortigiane" costituivano, nella Venezia dei secoli d'oro, una categoria sociale oltre che professionale, nettamente distinta da quella delle comuni meretrici. Pur esercitando anch'esse la prostituzione, si distinguevano socialmente non solo perché potevano contare su lauti guadagni e protezioni influenti, ma anche in virtù della loro cultura e talento artistico e letterario, che erano libere di esercitare pubblicamente proprio grazie alla loro particolare condizione.
Divenuta la più ricercata delle honorate, Veronica coltiva anche la sua seconda passione: la poesia, che le apre le porte dei salotti culturali in cui intrattiene rapporti con i maggiori intellettuali del suo tempo, entrando nel novero degli scrittori dell'epoca. Vive ardendo, come lei stessa scrive in una delle sue Lettere, ma nessun amplesso rubato riesce a colmare un profondo senso di vuoto e solitudine che si sente crescere dentro, in una Venezia che vive una fetta importante della sua storia: le guerre contro i Turchi, Lepanto, la caduta di Cipro, la peste, i processi dell'Inquisizione.
Orde di improvvisati predicatori, visionari, frati indovini, animano le strade della città, annunciando oscuri presagi di morte e additando come responsabili le frotte di peccatori che imbrattano di lussuria le locande, dove aleggiano zaffate di sesso e vino che inebriano anche i giovani più pii, i vicoli e i ponti della città, dove le prostitute di malaffare adescano i loro squattrinati clienti, persino i banche delle chiese, dove le cortigiane honeste siedono in prima fila. E, mentre l'ignoranza del popolo va seminando pericolosi germi d'odio, Veronica conosce Federico, un giovane artista, allievo di Tintoretto, una creatura fragile e riservata, i cui occhi trasmettono una solitudine antica e il cui severo cipiglio vela lo sguardo di un'espressione impenetrabile. Nei suoi quadri, però, Veronica ritrova una passionalità travolgente, un lato oscuro che l'affascina e la fa innamorare. Per la prima volta la cortigiana scopre l'amore, ma, insieme, anche la delusione del rifiuto. Federico nasconde un segreto, una verità talmente pericolosa che, se svelata, lo condurrebbe a morte certa. Quando la città viene avvolta dal tetro velo della morte nera, tra l'acre odore dello zolfo usato per le fumigazioni e il puzzo delle pire di morti trascinati via dalle proprie case dai pizzicamorti, Veronica fugge a Roma, compiendo una scelta radicale che la porterà a cambiare tutto il suo mondo dorato. Con il suo ritorno a Venezia, sceglierà di affrontare una sorta di nemesi purificatrice assieme a Federico, perseguitati entrambe: lei, donna libera, come strega, lui, omosessuale, come abominio, entrambe capri espiatori della furia cieca dell'ignoranza.
Una scrittura ricca e colta, capace di farci cogliere profumi e acri aromi, contrasti di splendori dell'opulenta Venezia rinascimentale e ombre inquietanti del perdurante fanatismo medievale. Una storia d'amore insolita e toccante, una storia di intolleranza e pregiudizio per un'opera che coglie l'universalità che rende sempre attuali i grandi sentimenti dell'uomo.
Un libro sensuale e delicato allo stesso tempo, come la sua affascinante protagonista. Da non perdere.

Astrid Pesarino



mercoledì 19 ottobre 2011

Agostino Palmisano: BEEP e il sogno possibile

In base alla nuova legge bavaglio censuriamo l'articolo trasformandolo in un racconto surreale.


Premessa. Tutte le informazioni contenute in questo articolo mi sono state “trasmesse”, o meglio ancora “tramandate”, da un BEEP doc, il gentilissimo BEEP, che con la sua umana disponibilità ha permesso al sottoscritto di dire qualcosa di sensato. Grazie BEEP. 


Il 7 novembre 1961 i cittadini di BEEP, appena dietro BEEP, eleggono sindaco il signor BEEP, della lista civica BEEP (1950 voti). Il fatto ha tanto l'aria di essere una presa di coscienza della cittadinanza tutta contro la BEEP uscente e maneggiona che è sconfitta col suo astro nascente BEEP (1250 voti appena).

La cosa strana, però, è che, seguendo alla lettera le prescrizioni della legge elettorale allora in voga (la quale utilizza il cosiddetto "metodo frazionario" scelto proprio dalla BEEP poco prima delle elezioni - chissà perchè?), succede che il numero dei consiglieri è di 10 per i vincitori e 10 per gli sconfitti. Ciò vuol dire che la nuova amministrazione non può partire.

Succede poi che il Signore Eterno ci mette lo zampino per aiutare i suoi carissimi BEEP. Il consigliere di maggioranza BEEP muore, pare per avvelenamento, e al suo posto arriva il furbo di turno, il signor X (per rispetto ai parenti senza colpa) che, nemmeno il tempo di sedersi alla poltrona che ha già zompato di là. S'è, come diciamo dalle mie parti, svoltato la giacchetta e chi s'è visto s'è visto.

Così W la BEEP che, con i suoi 11 consiglieri su 20, può mandare a casa l'onesto e mite BEEP e re-insediare BEEP, astro ritornato a splendere con l'inganno.

Voi moderni mi direte: vabbè, sono cose normali ... la politica è sempre stata così ... che dobbiamo farci? E invece no, miei cari moderni pirla senza spina dorsale.

I BEEP del 1961 sono caldi e combattivi.

Il 3 gennaio parte loro un embolo collettivo. Mettono su il finimondo, sprangano il comune, insultano i BEEP per strada, coglionano mister X fino a casa dove arriva tremante e, diciamocelo pure, pisciato sotto. Ma questo è solo l'aperitivo perchè quando arrivano i carabinieri del paese, essendo un piccolo paese di gente civile, con due urla e due smorfie invitano i militari a battere in ritirata.

Quando il giorno dopo arrivano i rinforzi da BEEP, allora parte l'inferno modello intifada palestinese: i militari vengono allontanati alla svelta soprattutto col l'uso del buon vecchio sasso.

Ci prova anche il politico più importante del paese, il parlamentare BEEP, accorso direttamente da Roma per cercare di calmare gli animi ma, pure lui, viene gentilmente invitato a farsi gli affari suoi. E lui segue il consiglio.

Da BEEP la Prefettura invia il Maggiore BEEP, eroe in terra di Sicilia contro la mafia (sarebbe quello che fece finta di catturare il bandito BEEP). Baldanzoso e seguito da centinaia di militari, carabinieri e poliziotti, si getta nella mischia e riceve anche lui la sua giusta dose di mazzate.

Alla fine però sia i manganelli che le manette che i lacrimogeni hanno la meglio e alla fine dei tre giorni di sacre violenze il bollettino è pesante: oltre venti feriti e cinquantaquattro arresti. Un poliziotto centrato da un tufo gettato da un balcone muore di lì a pochi giorni in ospedale.

Come va a finire? Il presidente BEEP annulla l'esito delle elezioni e insedia un commissario prefettizio, proprio come chiedevano i manifestanti.
 

Questa storia dall'incontestabile sapore d'eroismo sembra però, oramai, quasi una favola, qualcosa di plausibile ma che non tocca mai davvero nel profondo le nostre corde più intime. Chi di noi moderni, nel 2011 come dieci o venti anni fa, sarebbe più capace di azioni tanto violente quanto giuste, sacrosante, per non dire civili?

Sì, parlo di civiltà perchè impedire il sopruso con l'unico mezzo che i cialtroni-papponi-ladroni della politica sentivano e sentono ancora oggi sono proprio le mazzate. Non parlo certo di massacri e fiumi di sangue, ma due schiaffoni ben assestati a tutti quelli che sono lì, lontani, che se la ridono di tutto mentre noi, qui, con la faccia nella polvere, facciamo finta di non vedere il loro piede che ci calpesta, facciamo finta di non sentire la loro mano che ci fruga nelle tasche, facciamo finta di non sentire la loro voce rauca dall'eccitazione predatoria.

Noi siamo tutto questo, io per primo, siamo come i fantasmi dei nostri avi, gente con  gli attributi tanti, mentre noi sappiamo solo sussurrare alle spalle e guardare inebetiti l'ennesima partita di calcio o l'ennesimo film d'azione. Siamo spettatori dell'azione, godiamo a vederla, godiamo quando succede altrove, il più lontano possibile, siamo degli zombie che si nutrono dei propri cervelli. Poco per volta, lentamente, fino alla fine.

Agostino Palmisano

giovedì 13 ottobre 2011

Dal 12 al 16 ottobre Tempi irregolari è presente alla Frankfurter Buchmesse



L'agenzia letteraria Tempi irregolari partner del Premio Merano Europa


Sabato 8 ottobre nella sala del Teatro Puccini di Merano si è celebrata la premiazione della nona edizione del premio letterario biennale Merano Europa. I 470 lavori pervenuti sono stati selezionati da una giuria di alto profilo, guidata dal giornalista Ruggero Po, voce del celebre programma radiofonico "Radio anch'io", da Federico Guiglia, scrittore e giornalista, conduttore su La7 del programma "Prossima Fermata", dalla sceneggiatrice e scrittrice di successo Francesca Melandri, dalla direttrice editoriale della casa editrice Salani Mariagrazia Mazzitelli, dall'attore Paolo Bonacelli e dallo scrittore e giornalista meranese Paolo Valente.
La serata è stata condotta da Enzo Coco, una delle anime del premio, assieme alla scrittrice Michela Franco Celani (rappresentata dalla Tempi irregolari), organizzato dal Passirio Club, guidato da Gilberto Bardi.
Il premio più ambito, quello da 4 mila euro per la narrativa, è andato a Daniela Raimondi con il racconto la "Corsa delle linci". Premiate anche Eugenia de Nicola (Pordenone) per la traduzione Lirica dal tedesco, con "Ghirlande in fiore" (1500 euro); per la Narrativa per l'infanzia Antonella Noventa (Padova) con "L'orso Gigi e la malinconia" (1500 euro); per l'Opera teatrale Maria Dell'Anno (Ferrara) con "Quello che le donne non possono non volere" (1500 euro), che sarà messo in scena dal Piccolo Teatro Città di Merano nel 2012); per la Poesia, non assegnato, ma con menzione speciale, a Giancarlo Ricciarelli (Roma).
E' stata inoltre tenuta lettura del testo poetico tradotto da Zweig da parte di Marlene Blumtritt, mentre Martina Bacher, dello stesso autore, ha letto un brano. A Laura Andrian, invece, il compito di leggere il toccante racconto di Daniela Raimondi. la Tempi irregolari ha avuto il piacere di collaborare con l'organizzazione del premio Merano-Europa, conferendo ai vincitori delle diverse sezioni una rappresentanza con la nostra agenzia.

http://altoadige.gelocal.it/dalgiornale/2011/10/10/news/il-premio-merano-europa-e-tutto-al-femminile-5119975
http://www.passirio.it/premio.html
http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2010/12/04/news/letteratura-torna-il-premio-merano-europa-2896287

martedì 4 ottobre 2011

Prima presentazione italiana de "Dentro il labirinto" di Boris Pahor, edito in Italia da Fazi.

Giovedì 6 ottobre presso Casa ASCOLI in via Ascoli 1, primo piano, a Gorizia, BORIS PAHOR presenzierà alla prima presentazione italiana del volume DENTRO IL LABIRINTO, edito in Italia da Fazi Editore.
Presenterà e introdurrà l’opera letteraria TATJANA ROJC, la massima conoscitrice e studiosa dei testi pahoriani, autrice di due volumi – uno in uscita a fine anno per i tipi della Cankarjeva Zalozba – sull’autore.
La serata coinciderà  con la proclamazione del premio Nobel per la letteratura, cui Boris Pahor è candidato.

L’incontro è organizzato da TEMPI IRREGOLARI LITERARY AGENCY in collaborazione con la Biblioteca Statale Isontina.
 
 http://www.fazieditore.it/Libro.aspx?id=1162
http://www.corriere.it/cultura/libri/11_settembre_14/pahor-dentro-il-labirinto_4c989ba6-deb8-11e0-ab94-411420a89985.shtml